Il Dalai Lama sta perdendo ogni speranza. Un cambiamento positivo non è ancora avvenuto in Tibet e la sua fede nel governo cinese si affievolisce sempre di più, ha ribadito in conferenza stampa oggi da Tokyo. Il 73enne Premio Nobel per la Pace ha avvertito che la situazione sta peggiorando e ha invitato i vertici cinesi ad avere una «mente più spirituale» per affrontare il problema tibetano.
Sabato il Dalai Lama ha dichiarato ai giornalisti nella capitale nipponica che la sua fede verso i cinesi «si sta affievolendo». Durante una cerimonia a Dharamsala, nel nord dell’India, sede del governo tibetano in esilio, il leader dei buddisti tibetani ha dichiarato di aver «rinunciato» alla causa perchè non c’è finora stata una risposta positiva da Pechino.
Il prossimo 17 novembre si riunirà il parlamento tibetano in esilio. Tibetani e cinesi discutono ufficialmente sullo status del Tibet dal 2002, ma, secondo il Dalai Lama, la posizione cinese si è molto indurita dal 2006.
Nell’estate del 2007 e nel luglio di quest’anno ci sono poi stati incontri diretti e ufficiali tra inviati del Dalai Lama e dirigenti cinesi, ma senza risultati significativi.
tratto dal SECOLO XIX di oggi 3.11.2008l
Note personali: nutro molta preoccupazione per le continue vessazioni cinesi al pacifico popolo "Tibetano"; la continua violazione dei diritti umani e civili non accenna a diminuire, anzi, pensavo, credevo, che le Olimpiadi avrebbero posto un freno, o per lo meno l'apertura di uno spiraglio al confronto democratico ma purtroppo vi è stato un acuirsi della repressione.
Prego Dio di dare al Dalai Lama e ai Tibetani la forza e il coraggio di portare avanti, in modo pacifico, le loro giuste rivendicazioni di libertà e di autonomia di Popolo Sovrano.
Ai Potenti del Mondo, un invito a volgere la loro attenzione a tutte le ingiustizie sociali, alla violazione dei diritti umani, alla Democrazia violata, che quotidianamente, in ogni parte del Pianeta terra, miete vittime innocenti.
Sabato il Dalai Lama ha dichiarato ai giornalisti nella capitale nipponica che la sua fede verso i cinesi «si sta affievolendo». Durante una cerimonia a Dharamsala, nel nord dell’India, sede del governo tibetano in esilio, il leader dei buddisti tibetani ha dichiarato di aver «rinunciato» alla causa perchè non c’è finora stata una risposta positiva da Pechino.
Il prossimo 17 novembre si riunirà il parlamento tibetano in esilio. Tibetani e cinesi discutono ufficialmente sullo status del Tibet dal 2002, ma, secondo il Dalai Lama, la posizione cinese si è molto indurita dal 2006.
Nell’estate del 2007 e nel luglio di quest’anno ci sono poi stati incontri diretti e ufficiali tra inviati del Dalai Lama e dirigenti cinesi, ma senza risultati significativi.
tratto dal SECOLO XIX di oggi 3.11.2008l
Note personali: nutro molta preoccupazione per le continue vessazioni cinesi al pacifico popolo "Tibetano"; la continua violazione dei diritti umani e civili non accenna a diminuire, anzi, pensavo, credevo, che le Olimpiadi avrebbero posto un freno, o per lo meno l'apertura di uno spiraglio al confronto democratico ma purtroppo vi è stato un acuirsi della repressione.
Prego Dio di dare al Dalai Lama e ai Tibetani la forza e il coraggio di portare avanti, in modo pacifico, le loro giuste rivendicazioni di libertà e di autonomia di Popolo Sovrano.
Ai Potenti del Mondo, un invito a volgere la loro attenzione a tutte le ingiustizie sociali, alla violazione dei diritti umani, alla Democrazia violata, che quotidianamente, in ogni parte del Pianeta terra, miete vittime innocenti.
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