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lunedì 8 febbraio 2010

VOGLIO IL POSTO FISSO

Desiderio legittimo dei giovani cui la politica non offre risposte credibili e serie   
E' il grido di  aiuto che sempre più insistentemente  i giovani, appellati in tutti i modi ed in tutte le maniere non sempre edificanti, come ad esempio "bamboccioni", per l' accesso sempre più in ritardo al mondo del lavoro, rivolgono ai politici perchè credono fermamente che il posto fisso sia la base per la stabilità sociale. 
Il lavoro è un diritto sancito dalla Costituzione e non una benevola concessione della politica, non si può e non si deve questuare un posto di lavoro, la politica deve studiare e legiferare politiche del lavoro consone ai tempi, anche  ma soprattutto in questi momenti di difficile crisi economica.
La legge Biagi è stata così stravolta da far diventare il mercato del lavoro non flessibile, ma superflessibilissimo(?)  portante ad una macelleria  legalizzata; infatti è notizia dell' ultim'ora che 10.000 ragazzi dei call center potrebbero restare senza lavoro.
Qui non stiamo in America, ma ora anche lì è un problema, qui stiamo in Italia con una economia globalizzata in profondissima crisi,  che ci raccontano molto meno in sofferenza che negli altri paesi, ma la realtà è ben diversa,  chiusa una fabbrica, perso un posto di lavoro non è così facile troverne un' altro con o senza le stesse caratteristiche e che l' essere precario è il punto di partenza per essere disoccupato con tutto ciò che ne consegue come ad esempio organizzare un progetto di vita, mettere su famiglia, accollarsi un mutuo ecc. ecc
Dare tutta la responsabiltà al mercato globalizzato che ha portato al "passaggio dal fisso al mobile, dal posto fisso e ciò che non è più fisso, ma è variabile e mobile" è semplicemente di una ingenua approssimazione tecnico-economica di mercato che susciterebbe ilarità se non avesse ripercussioni così pesanti sui poveri lavoratori, precari e pensionati e disoccupati del mercato globalizzato.
Abbiamo solo contezza di come si stia evolvendo l' economia di mercato globale di quante piccole imprese chiudono i battenti per la concorrenza sleale cinese e di come si stia perpetrando una ignobile campagna contro i lavoratori dipendenti e pro i grandi Colossi Privati e Statali che esternalizzano il lavoro e a buon bisogno ampliano i loro stabilimenti situati anche all' estero dove il costo del lavoro è a livelli bassissimi.
Allora cari politici che in questi giorni di campagna elettorale per il rinnovo dei Consigli Regionali,  battete il territorio con promozioni faraoniche, slogan promissori di benessere, lavoro, economia, salute, ambiente e chi più ne ha più ne metta, Vi rivolgo una semplice domanda: cosa state facendo ora per il vostro territori? per i vostri ragazzi?
Vi prego non promettete tante cose e soprattutto ciò che non potete mantenere; date solo un segnale di serietà e fatemi sapere che se una fabbrica chiude, i lavoratori verranno ricollocati   subitamente in altre realtà più o meno adeguate.
I ragazzi chiedono un loro diritto sancito dalla Costituzione: IL LAVORO.

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