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domenica 12 settembre 2010

A CHANCIANO L' UDC FA LA DIFFERENZA

con il suo popolo di Moderati  Centristi attenti sostenitori della libertà, dell' uguaglianza, della pace, dell' ordine e dello sviluppo economico

 La tre giorni al Parco Fucoli di Chianciano si è conclusa oggi  con l' intervista del giornalista dalla 7, Enrico Mentana,  al Leader dell' UDC Pier Ferdinando Casini, che non si è limitato a rispondere alle domande ma ad ogni domanda teneva un comizio, tantè che il giornalista ha coniato la nuova formula: "intervista-comizio".
Simpatico duetto tra i due pieno di empatia e di sincerità sia da parte dell' uno che domandava che da parte dell' altro che comiziava.
La foga oratoria del leader dell' UDC è notoria come sono notorie  le domandine  "stizzicarelle" del giornalista della 7.
Ad Enrico Mentana che gli chiede se sia vero che Berlusconi gli abbia offerto il ministero dello Sviluppo economico."Top secret - risponde Casini"-
Mentana insiste se sia vero e Casini ammette: «Ma dai, è chiaro che ci hanno offerto di tutto e di più!». Ma, ribadisce Casini, «non ci interessa far parte di un governo di cui siamo appendici».
Poi proseguendo ....abbiamo l' onore e  il vanto di essere l' unico partito   sopravvissuto  alla macelleria della legge "Porcellum"... siamo stati gratificati eravamo all' opposizione con Prodi e lo siamo stati con Berlusconi e, questa politica di chiara democrazia ci ha portato all' aumento dei consensi.
La Campagna acquisti al posto di Fini non la prendiamo neppure in considerazione e senza le dimissioni del governo non ci interessa l'aggiungi un posto a tavola.
Non siamo disposti per la nostra vanita' a sacrificare un percorso di essere stata l'unica forza politica credibile'. "Non siamo ai saldi di fine stagione". "Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si dimetta e dopo si puó aprire nuova stagione politica". 
 «Se le provocazioni di Berlusconi mirano a farmi andare a sinistra, mi dispiace non ci cado - ha aggiunto Casini - Noi stiamo dove stiamo, noi andiamo dritti al centro perchè siamo convinti che l'Italia debba cambiare e queste sono solo buffonate. Noi siamo orientati a candidarci così come siamo». Quanto sta capitando a Gianfranco Fini o al Pd, dice, «non ci riguarda. Il problema di Fini riguarda lui. Noi continuiamo nella nostra linea che si è dimostrata giusta. Noi riteniamo di essere la forza determinante per la prossima legislatura. Siamo convinti che un'opposizione che faccia leva sul dipietrismo non sia credibile per noi. Noi dovevamo essere i capponi che dovevano essere spennati due anni fa noi, invece, siamo ancora vivi e vegeti dimostrando di essere l'unica forza politica credibile».
Insomma ad ogni domanda nè un tentennamento, nè una defaillance, ne un abbassamento di tono, ma tono schietto, voce ferma e decisa dei "Liberi e Forti".

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