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giovedì 25 giugno 2009

IMBARAZZO CENTRISTA


NOTA DEL PRESIDENTE DEI MODERATI, SILVIO TEDESCHI.

Ho letto molte affermazioni nei giorni che precedevano la campagna elettorale che se rilette adesso provocano una sensazione di rigetto e di malessere. Durante la campagna elettorale molti si sono lasciati andare di dissertazioni filosofiche attinenti l’essere moderato ed ex democristiano, sapendo di non avere nessun testo di riferimento e mai potranno averlo per la loro storia politica e per la loro formazione. Se alle dissertazioni si aggiungono poi affermazioni pubbliche fatte in momenti probabilmente troppo euforici ecco che il pasticcio è fatto. Mi permetto ancora una volta di evidenziare come la posizione dei Moderati e dell’area centrista sia stata poco compresa da chi doveva esserne il rappresentante. Non è mio costume scendere in polemiche sterili come del resto il mio impegno all’interno del Movimento dei Moderati è stato sempre incentrato sul concetto di serenità e di armonia ma alla luce degli ultimi eventi e in base ad alcune affermazioni lette anche sulla stampa, c’è ancora chi continua a non capire cosa vuol dire essere di Centro meglio ancora Moderato. In un sistema come quello attuale dove si parla di maggioritario e di bipolarismo (meno male che non è passato il concetto di bipartitismo), chi assume una posizione distante dai due poli rischia di passare come il bastian contrario o come colui che gestisce una percentuale di voti pronti a svenderla al miglior offerente. Non è vero, non è assolutamente vero se si pensa ch esiste ancora oggi in Italia una parte di elettori che non sono né fascisti né comunisti. Esiste una parte dell’elettorato che non accetta le aggregazioni forzate, non accetta l’imposizione dei leader dei due partiti maggiori. Questa parte di elettorato ha una propria storia ed ha una propria tradizione politica quella che affonda le radici nell’ex Democrazia Cristiana e che oggi è rappresentata dall’UDC. Gli accordi storici fatti dalla Democrazia Cristiana in passato sono sempre stati accordi programmatici e basati su un ragionamento politico, non una fusione a freddo non un’unione di simboli. Certo è che di fronte alla prepotenza del sistema maggioritario a volte si è costretti a fare delle scelte o peggio ancora delle aggregazioni tecnicamente chiamate apparentamenti, ma questo lo impone la legge per continuare a esprimere il proprio pensiero politico. Le ultime elezioni provinciali hanno dimostrato una cosa molto semplice, le due coalizioni maggiori non hanno superato il 50% dei consensi, il risultato del Terzo Polo è stato soddisfacente il 13% nessuno si è chiesto per quale motivo 13 ciociari su 100 hanno scelto i candidati del Terzo Polo e non i potenti candidati del PD e del PDL. A nessuno è venuto in mente minimamente per quale motivo, nonostante tutte le difficoltà, il Terzo polo ha rischiato di essere veramente la novità di questa tornata elettorale. Un motivo c’era, i Ciociari non erano convinti di affidare la provincia a quei partiti che avevano già fornito prova. I ciociari avevano compreso benissimo che la Provincia non poteva essere affidata ad una coalizione che l’ha amministrata per 15 anni nè tantomeno ad una coalizione che in questi ultimi anni ha amministrato la Regione per 5 anni ed ha avuto rappresentanti nel Governo della Regione Lazio. Se gli elettori fossero stati contenti molto, probabilmente, il responso elettorale sarebbe stato schiacciante sin dal primo turno. Molto probabilmente i Ciociari non erano convinti e alla fine hanno deciso di votare il candidato che era riuscito a “ bucare “ lo schermo e a far passare il proprio messaggio elettorale. Tra i due schieramenti maggiori c’è chi ha pensato di apparentarsi con il Terzo per ripresentarsi con un programma modificato e con una forte componente moderata, ma è onestamente sbagliato sperare nel valore aggiunto del Terzo Polo con soli 7 giorni, è stato difficilissimo far comprendere le ragioni dell’accordo. Si sono altresì sbagliati anche coloro che pensavano che l’accordo tra il PD e il Terzo Polo fosse frutto di una spartizione di potere o peggio ancora di poltrone. Chi oggi grida ai quattro venti che l’apparentamento con il PD è stato un suicidio, dovrebbe sapere ed essere cosciente che questa era l’unica soluzione possibile per poter decidere le sorti della politica provinciale e mettere in pratica una parte del proprio programma elettorale, certo qualcuno potrebbe affermare che lo stesso si poteva fare con il PDL ma le condizioni erano totalmente diverse. In politica quando si fanno certe scelte, si usano le migliori strategie e, in effetti, nel momento in cui si sono incontrare le delegazioni dei partiti, le condizioni erano diverse pur volendo sorvolare agli insulti e alle provocazioni. Mentre il PD offriva un accordo programmatico e di apparentamento consentendo quindi al Terzo Polo di aumentare il n. di seggi in Consiglio Provinciale dall’altra non vi era nessuna offerta anzi sembrava quasi che l’appoggio del Terzo polo doveva essere scontato forse perche l’elettorato di base, tendenzialmente è di centro destra.

Sono stati più furbi quelli del Centro Destra che senza apparentamenti e senza offerte si sono comunque accaparrati i voti dell’elettorato moderato e centrista anzi, è stato molto più abile il neo Presidente della Provincia a conquistare la fiducia e la simpatia dei Moderati e dei Centristi. Quello che fa sorridere è l’atteggiamento di taluni dirigenti e in special modo di alcuni Moderati che oggi affermano che prevedevano quanto accaduto e che era meglio rimanere in finestra. Proprio questo concetto di rimanere in finestra rischia di offuscare l’immagine e il concetto della politica, si rischia di apparire come inopportuni e forse speculatori. Restare fermi a guardare sarebbe stato utile magari a qualche “ furbo” per poi vendersi i voti? Rimanere fermi potrebbe aver significato, vendersi o stringere accordi sottobanco. Questo tipo di atteggiamento secondo me avrebbe procurato più danni ai partiti che rappresentavano il Terzo Polo ed avrebbe messo oggi, il Terzo Polo, in una situazione di ambiguità. Trattandosi di elezioni amministrative certi tipi di accordi vanno fatti a seconda delle condizioni territoriali altrimenti non si capirebbe neppure l’accordo de LA DESTRA con il PDL quando a livello nazionale le posizioni sono nettamente distanti, vuol dire che anche nel centro destra c’è stato chi ha ragionato e si è schierato, certo in politica si vince o si perde, se si vince si superano tutte le barriere se si perde emergono tutte le contraddizioni. Quale doveva essere la posizione dei Moderati che avevano stretto un accordo non con il PD ma con il Terzo Polo? Sono sicuro che se avesse vinto le elezioni Schietroma oggi non stavamo qui a discutere, tutti avrebbero festeggiato e tutti sarebbero stati contenti di aver ottenuto un bel successo e il candidato dei moderati, il Dott. Nota avrebbe ottenuto sicuramente un posto di prestigio visto il successo elettorale, invece le cose sono andate diversamente e molti hanno pensato bene di punire questa scelta. Ricordo a quanti hanno condiviso il progetto dei Moderati che più volte il sottoscritto ha affermato che i Moderati potevano e dovevano essere determinanti e condizionanti e ricordo ancora come in più di un’occasione molti erano soddisfatti del lavoro svolto anzi c’era chi addirittura parlava di possibili scenari anche a livello comunale, c’era chi parlava di scossoni in alcune amministrazioni comunali all’indomani del voto. Non deve essere imbarazzante per nessuno essere Moderato o Centrista in questo momento, siamo consapevoli e resto fermo nella mia idea che fare politica significa assumersi anche delle responsabilità, il progetto dei Moderati va avanti tranquillamente e la conferma viene dagli esponenti del Terzo Polo che vogliono rafforzare l’intesa creando sezioni locali. Siamo e resteremo fedeli al patto stretto con l’UDC ed in particolar modo, con l’On. Formisano perche siamo convinti che saremo protagonisti anche in futuro e sicuramente nei prossimi appuntamenti elettorali. Abbiamo condiviso e continueremo a condividere le scelte fatte dall’UDC unico partito con cui abbiamo un pezzo di storia comune e soprattutto la comunanza degli ideali. E’ il momento di dimostrare coraggio, noi lo abbiamo e continueremo ad essere tenaci e pronti a sostenere le battaglie future, siamo altresì coscienti di dovere disattendere le illusioni di chi si era avvicinato al Movimento forse perché aspirava ad un ruolo più prestigioso. I Moderati non vendono poltrone né sogni, non svendono le proprie idee e soprattutto non sono avvezzi alla vittoria a tutti i costi, la serenità con cui abbiamo affrontato la sconfitta è la nostra forza e la nostra speranza di vita e di sopravvivenza politica.

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