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giovedì 17 luglio 2014

IN PRINCIPIO C' ERA L' ACQUA, AL FIUME MELFA

Poi, è arrivata L' ENEL che ha sbarrato l'acqua e lasciato il Melfa a secco, con la costruzione di 2 invasi a Grottacampanaro, il primo per alimentare l' impianto idroelettrico e il secondo per la galleria di derivazione alla centrale di Cassino.
Impianto idroelettrico Grottacampanaro  e galleria di derivazione alla centrale di Cassino

Ora, i bene informati roccaseccani, dopo l' incontro alla Regione Lazio della delegazione Comunale, capitanata dal Sindaco Giorgio, rumoreggiano che, il sindaco in persona, indirà una conferenza stampa....... per annunciare, forse, che verrà ristabilito il minimo flusso di acqua al Melfa?
E, se vera, questa ghiotta notizia, appresa dall' assessore all' ambiente regionale, Refrigeri di qualche giorno, sicuramente verrà sbandierata ai quattro venti come azione incisiva e premiante del Sindaco e assessore Marcuccilli   con la più triste propaganda di «regime», più attiva che mai in questi ultimi tempi.
Ai Roccaseccani fa immensamente piacere, se si dovesse verificare che l' acqua torni a scorrere d' estate e d' inverno al Fiume caro alla Dea Mefite, Melfa, dopo 60 anni di secca e di lotta degli indomiti comitati ambientalisti.
E il Sindaco & C, con la presunta futura conferenza stampa, sicuramente,   andrà a sfruttare l' evento,  con la solita pompatura : Roccaseccani!, «grazie a me....oh come sono bravo!.... ho catalizzato l' attenzione di Refrigeri......mi sono battuto in Regione e mi hanno ascoltato a togliere di mezzo l' ENEL......l' ambiente è al primo posto della mia sindacatura.... 
Ma se si dovesse verificare una situazione del genere, consiglierei ai Roccaseccani di andarsi a leggere il Piano Triennale ENEL 2013-2015Qui trovi il sito che  i Signori delegati Roccaseccani, Sindaco Giorgio & C, conoscono e non ascriversi meriti personali, come con le #scuolebelle# di Renzi.
Se l' ENEL rinuncia ad un invaso di Grottacampanaro, per ristabilire il DMV del Melfa, ha il suo tornaconto aziendale.......alla conferenza stampa, il Sindaco spiegasse tutto e con, quella che manca sempre: LA CHIARA TRASPARENZA 

Tratto dal sito FIUMI ITALIANIDalla verde valle di Canneto il fiume, ancora allo stato torrentizio, si snoda tra monti che precedono il paese di Picinisco. Paradossalmente, qui già potremmo dire che il Melfa termina il suo corso, sbarrato, infatti, da una diga imponente di 45mt ad arco che ne blocca le acque per costituire un deposito idrico sfruttato da una seconda centrale idroelettrica. Dalla diga di “Grottacampanaro”, questo il suo nome, la maggior parte delle acque è condotta forzatamente in una tubatura di circa 25km che perfora i monti da Picinisco, fino al Monte Cifalco, nel territorio di Sant’Elia F.R. Da qui, seguendo una condotta a gravità scende in pianura nella centrale dell’Olivella per essere infine rilasciata nel Fiume Rapido. Così avviene ormai dal 1953, data di ultimazione dei lavori della diga. La diga di Grottacampanaro costituisce un serbatoio di riserva dell’Enel dal 1953 e nei periodi estivi (giugno-agosto) il lago artificiale viene riempito fin quasi al ciglio della diga stessa. E’ il periodo migliore per apprezzare la bellezza delle acque limpide del Melfa che si ripopolano di Trote (la Fario in modo particolare). 
Le residue acque del Melfa, così impoverito, vengono in parte rialimentate da una sorgente “Lo schioppaturo” in località Ratisca, in Picinisco. In questa località un tempo esisteva una centrale idroelettrica, la Centrale Visocchi. Di quella centrale è rimasto un capannone con le antiche turbine e lo sbarramento artificiale (oggi utilizzato dall’ENEL come bypass per alimentare una centralina idroelettrica più a valle nei pressi di Borgo Castellone). La centrale doveva probabilmente captare acque di gravità che giungevano da uno degli scarichi laterali della diga di Grottacampanaro. Oggi l’acqua destinata a quelle condutture, fuoriesce formando una cascata spettacolare nei periodi di luglio-agosto. Queste acque sono liberate al fine di aumentare la richiesta idrica per le irrigazioni della pianura di Atina. Ancora nel territorio di Picinisco il fiume attraversa uno dei borghi più spettacolari della zona, quello del Castellone, ove in passato doveva trovarsi probabilmente una cartiera, e che i residenti attuali hanno restaurato portandolo a livelli di splendore notevole. Qui il fiume scorre letteralmente tra le case ed i prati verdissimi.Qui trovi il sito

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